The sound of colors
per quartetto di chitarre
a Giuseppe Musmeci (Fontegrafica, Cinisello Balsamo)
- Gray (3′);
- White (1′ 30″);
- Black (2′ 15″);
- Silver (3′ 15″);
- Gold ( 2′ 30″);
- Red (2′);
- Blue (2′);
- Green (4’30”)
È nel linguaggio comune, e anche in quello più specificamente musicale, descrivere un suono con il nome di un colore, utilizzando tale espressione per il timbro di uno strumento, di un impasto orchestrale, di un agglomerato accordale, della stessa voce umana.
Gli aggettivi tratti dalla definizione della vasta gamma cromatica percepibile spontaneamente dall’occhio, e quindi dalla mente, costituiscono la base di un linguaggio metaforico, che efficacemente traduce in parole la complessa e sfuggente realtà sonora.
The sound of colors nasce dal percorso inverso: a partire dalle affinità fisiche del fenomeno luminoso con quello sonoro fino a raccogliere liberamente le soggettive suggestioni indotte da una sorta di esercizio di immersione immaginifica nel colore, si giunge agli otto brevi frammenti musicali, i quali recano come titolo un riferimento cromatico specifico.
Le risorse timbriche del quartetto di chitarre, ampliate dalla presenza di due chitarre acute (Re Quintos) e di una chitarra dotata di corde aggiuntive gravi, rispondono pienamente, in un contesto cameristico, a questo intento espressivo.
Se in alcuni brani lo strumento è utilizzato in modo “tradizionale” e dunque l’affinità al colore è determinata da una suggestione emotiva, in altri vengono esplorate modalità esecutive o compositive, motivate dall’analisi della natura fisica del colore.
Il nero è assenza di luce: Black è costruito utilizzando solo la vasta gamma di effetti “rumoristici” della chitarra.
Il bianco è la somma di tutti i colori dell’iride: White propone, per quanto possible su uno strumento accordato per semitoni, clusters affini al “suono bianco”, termine usato per indicare la riproduzione di fasce continue di frequenze sovrapposte e indistinte.
Si può notare che in Silver si genera un cortocircuito: i suoni armonici di cui è principalmente composto costituiscono lo specchio immaginifico immediato di una superficie argentea; d’altra parte chi non ha mai definito “argentino” un suono puro di una corda pizzicata?
Ma, pur nella ferma convinzione della necessaria autonomia di ciascun mezzo d’espressione linguistica, la suggestione reciproca che suono e colore determinano, ancora prima di diventare musica e arte figurativa, resta comunque stimolante, al di là di ogni intransigente valutazione do coerenza dell’operazione.
(Suggestioni descrittive:)
Gray: consolazione, nostalgia, mezzetinte;
White: luce abbagliante, immobile, senza direzione;
Black: rumore, crepitìo, asciuttezza, violenza;
Silver: chiarezza, introversione, astrazione;
Gold: oriente, vasti orizzonti, calore;
Red: ritmo, fisicità, aromi forti;
Blue: frescura, relax, ampiezza;
Green: aria aperta, spensieratezza, infanzia.