per organo su commissione del Gruppo Strumentale “V. L. Ciampi” per la Ia Rassegna Contemporanea della Settimana Organistica Internazionale
a Giuseppe Zanaboni
versione per oboe e organo (1999), ed. Bottega Discantica
(registrato presso l’auditorium “C. Maggiolini” di Rho in occasione dell’evento “Omaggio a Luigi Toja” del 3 giugno 2022 – organo: Massimo Berzolla)
TESTI
I sette doni dello Spirito Santo
“Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore”.
(Is 11, 2-3)
I – Sapientia
“La sapienza […] è la contemplazione delle cose amate e il giudizio, dal punto di vista di queste, di tutte le altre” (San Tommaso, Sententia III, 35, 2, 11).
Il brano presenta incisi il cui sviluppo interno è costituito dal progressivo riempimento dello spazio diatonico di sette note, distribuite su diverse scale; nella seconda parte del pezzo si utilizzano clusters diatonici rifacentesi a tali spazi.
II – Intellectus
“Il dono dell’intelletto comporta una certa percezione della verità; […] anche in questa vita, per chi ha la vita purificata dall’intelletto, Dio si può in certa misura vedere” (San Tommaso, Summa theologica II-III, 8, 5; I-II, 69, 2).
L’intervallo di settima costituisce l’elemento melodico caratterizzante; il numero simbolico appare inoltre nei gruppi ritmici di sette note e nel tempo delle misure che costituiscono la seconda parte.
III – Consilium
“Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini” (Sal 85, 11-12).
Appare evidente il contrasto tra un frammento musicale caratterizzato da figure larghe e timbri gravi e uno movimentato, su registri brillanti e penetranti. Tali elementi simboleggiano il progetto salvifico di Dio e la ricerca da parte dell’uomo.
IV – Fortitudo
“Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre al nulla le cose che sono” (1 Cor 1, 26-28).
Costruito su una cellula di quattro note, in ambito di settima maggiore, affidate al pedale. Il timbro e le figure proposte danno un’immagine di forza e grandiosità.
V – Scientia
“Per il retto giudizio della scienza, l’uomo ordina le creature a Dio, non le stima più di quel che valgono e non pone in esse il fine della vita” (San Tommaso, Summa theologica III, 60, 2, 1).
Il brano fa riferimento alla forma di toccata barocca con una forte carica di motricità; torna la simbologia numerica con la prevalenza di battute in tempo di sette sedicesimi.
VI – Pietas
“Beati i miti, perché erediteranno la terra” (Mt 5, 5).
(Il dono della pietà non è presente nell’elenco del profeta Isaia, ma è stato aggiunto nella versione greca della Bibbia, “dei Settanta”, e in quella latina, “Vulgata”).
Su un pedale di re, finalis trasportata dell’Inno “Veni creator” esposto nella toccata finale, si sviluppano incisi della durata di una battuta, la cui trama polifonica genera il prevalente interesse armonico del pezzo.
VII – Timor Domini
“Il primo gradino dell’umiltà è quello in cui l’uomo con la visione continua della purezza di Dio davanti agli occhi, ispirato dal suo timore, fugge del tutto la smemoratezza e ricorda sempre i precetti di Dio” (San Benedetto, Regola, 7, 10-11).
La terza minore è l’intervallo caratteristico della supplica litanica; l’elemento timbrico della nota eseguita, dove possibile, con la campana o i campanelli o una percussione simile, costituisce il tradizionale richiamo sacrale presente in molte tradizioni religiose.
Finale: Toccata sopra “Veni creator”
“Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo […]. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo” (At 2, 2-4).
La Toccata finale utilizza la melodia dell’inno “Veni creator” sia come cantus firmus al pedale, sia come materiale per la composizione della parte affidata al manuale. L’uso del rollante all’inizio è un chiaro riferimento al rombo proveniente dal cielo, descritto nel racconto della Pentecoste tramandato dagli Atti degli Apostoli.
NOTA:
In questa composizione sono state tenute in considerazione le carattaristiche dell’Organo italiano, con particolare riferimento agli strumenti ottocenteschi, ricchi di registri “da concerto”, i quali presentano per lo più la tradizionale divisione tra Bassi e Soprani.
La composizione permette di valorizzare le risorse timbriche di ogni strumento, lasciando massima libertà all’interprete.
Le poche indicazioni relative alla scelta dei registri costituiscono solo un suggerimento e non sono vincolanti, salvo nei casi in cui sono previsti registri in base 16’ o 4’.